venerdì 26 dicembre 2008

"La fantastica storia di Giacomò e del cubo magico"

Giacomo nasce nel 1979 dalle parti di Castelmassa, vicino a Rovigo in Italia. Ma quello non era il posto dove sarebbe cresciuto.
Si sposta in varie parti fino all'età di un anno. In questo anno passa da una poppata a tirare giù le Brionvega arancioni degli alberghi.
Dove passa lui gli zoccolini tremano per paura di essere svitati. Dimostra un'inaspettata forza da Maciste.
I signori Giannella decidono così di spostarsi a Milano. Inchiodano la tv al tavolino e salvano gli zoccolini portandoli in cantina. Moriranno tutti di umidità.
Per l'intero anno seguente i coniugi Giannella guardano Giacomo in attesa di suoni simili a parole o affini. Un po' come aveva fatto la sorella che all'età record europeo aveva spiccicato con diligenza la sua prima parola. Missione compiuta per lei.
Giacomo nel frattempo era attaccato a tette e biberon di latte e cacao, o come avrebbe poi definito lui più avanti con una ostentata e stentata pronuncia " IAtte e cacaoooo!!"
La signora Giannella,insegnante di arte capisce che Giacomo ha bisogno di strumenti come il disegno, l'immaginazione e l'ironia. Il padre intanto lo riempie di curiosità e di buffe storie dal pianeta terra, presentandogli quasi tutti gli animali che un bambino di quell'età può realmente conoscere.
Giacomo capisce così che gli zoccolini ormai sono passati di moda e si ingegna a costruire le invenzioni più incredibili presentandole ogni sera ai genitori con grande entusiasmo.
Si narra che nei suoi silenzi Giacomo avesse legato con uno spago gran parte della sala. La visione era da urlo. Il padre pure che entrando in casa dopo una giornata di lavoro tirando una corda, fece collassare mezza stanza.
Ma quelli erano i primi esperimenti pratici. Erano di riscaldamento per un traguardo ben più avvincente.
Una sera Giacomo chiamò i genitori per rivelar loro la sua invenzione definitiva:
il cubo magico.
Era una scatola con dentro scenografie di forme e colori, delle veline colorate, e delle paiette. Il tutto era mosso da dei fili e illuminato dalla torcia che aveva in mano. Giacomo creava il suo piccolo mondo. In questo cubo magico. Giacomo ci vedeva tutto l'immaginabile. Il fatto poi di averlo creato lui lo rendeva orgoglioso e felice.
La madre gioì, il padre vedendo tutte quelle paiette si iniziò a preoccupare per la stirpe Giannella. Ma a parte questo Giacomo capì che quello era un momento della vita che lui voleva replicare e portare sempre con sè.

Dopo un quarto di secolo Giacomo realizza videogiochi. Si occupa di trasformare l'immaginario in grafica: usa forme e colori come usava le veline,illumina i suoi paesaggi come faceva una volta con la torcia e aggiunge un tocco speciale per dare un effetto "paiette".
Fatto questo Giacomo usa anche lui dei fili ma questa volta non sono del cubo magico ma di una console e non sono più solo mamma e papà a vederlo, ma milioni di persone.

Il Cubo Magico, fu la prima console artigianale prodotta da un bambino di 3 anni e ne venne realizzata una sola copia.

Nessun commento: